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I mille usi delle mussoline con i neonati

Cosa sono le mussoline? Come posso usarle con i neonati?

Le mussoline sono dei teli di cotone dalla trama leggera che assomiglia ad una garza un po’ più spessa e sono molto utili e pratici per molti usi quando si ha a che fare con un neonato.

La mussolina è sottile, resistente, traspirante e si asciuga molto velocemente. Tutte caratteristiche ottime per essere accessori per neonati.

Le mussoline dai tanti usi

Ce n’è una lì, morbida morbida, sul fasciatoio per asciugare il piccoletto (più si lavano e più si ammorbidiscono… le mussoline intendo, eh!). Poi ce n’è una sulla nostra spalla, dopo la poppata, quando si ci trova a tamburellare le dita su una piccola schiena, in attesa che si manifesti un segno di buona digestione. C’è la mussolina girovaga, quella che infili nella rete del passeggino “ che poi magari mi serve”: la utilizzi come copertina leggera, come parasole o zanzariera sfruttandone la grande traspirabilità.

mussolina formica neonato

 

E poi va beh… per sua natura la mussolina tampona disastri (qui mi sento di lasciar spazio alla fantasia del lettore); il fatto che questi telini siano tanto sottili semplifica davvero il gesto di acchiappare-usare-lavare..in poco tempo tutto asciuga e ricomincia il ciclo.

“Tienimi stretto stretto!” Le mussoline per fasciare il neonato.

Avvolgere il neonato è un antico gesto di cura presente in moltissime culture e numerosi studi scientifici anche recenti ne hanno confermato i benefici. In effetti, a ben pensarci, senza scomodare le ricerche, è intuitivo che quanto più le esperienze che proponiamo al neonato assomigliano a qualcosa che già conosce, tanto più sarà a suo agio.

neonato mussolina fasciare formica

Fasciare un neonato significa contenerlo come faceva l’utero prima del parto.

Facciamola semplice: il piccoletto negli ultimi mesi di gravidanza è immerso in un liquido caldo, stretto stretto, avvolto e sostenuto dalle membrane uterine. Mamma di sotto, mamma di sopra, mamma a destra e mamma a sinistra: non conosce altro che il contatto. Una volta nato sta bene nell’abbraccio della mamma e l’avvolgimento in fasce non è altro che un prolungamento di quest’ultimo.

Ecco cosa potete fare per aiutare il vostro piccolo a calmarsi, chiudendo momentaneamente le porte al mondo esterno. Avvolgetelo.”

Così ci suggerisce Tracy Hogg, una puericultrice inglese che ha raccolto l’esperienza di anni di consulenze con tanti genitori in una piccola guida ricca di consigli e piacevole alla lettura, “Il linguaggio segreto dei neonati”.

Ogni bambino nasce con il proprio temperamento: ci sono neonati più tranquilli e neonati più sensibili a stimoli esterni ed interni. Ma qualunque bambino appena nato non sa di avere gambe e braccia proprie e nei momenti di stanchezza tutto quello sventolare di arti davanti al faccino non fa che renderlo più spaventato ed irrequieto (la mia bambina più piccola, come tanti bambini, ogni tanto sembrava avesse fatto qualche tipo di lotta con qualche tipo di gatto..in realtà erano le sue stesse manine a graffiarla!). Oltre ai movimenti attivi dobbiamo poi ricordare i piccoli sobbalzi dovuti al riflesso di Moro.. insomma dai, diciamocelo, addormentarsi non è proprio una passeggiata in tutto questo Can Can di movimenti!

Volendo invece scomodare le ricerche pare che i neonati avvolti abbiano una fase REM più tranquilla, risvegli meno frequenti e che dormano più a lungo. La fasciatura (se fatta con un tessuto traspirante e leggero come quello delle mussoline) aiuterebbe a mantenere costante la temperatura del corpo, consentendo al calore di concentrarsi nella pancia, agevolando dunque la digestione e aiutando a contenere le coliche gassose. Sempre secondo le ricerche, avvolgere in fasce spezzerebbe il circolo vizioso “stress psicologico-dolore-pianto” (tenendo a mente che psiche e soma sono proprio un tutt’uno in questa fase dalla vita).

Come fasciare i neonati. Qualche indicazione pratica:

  • piegare a triangolo una mussolina,
  • stenderci sopra il piccolo con il collo all’altezza della piega,
  • porre un braccino sul petto facendo passare il lembo della mussolina sopra il corpo e fare lo stesso con l’altro braccio.

Consiglio:

La mussolina deve aderire senza essere troppo stretta.

Essendo la massima esperta delle mie bambine, ma delle mie bambine soltanto, rimando al libro di Tracy, ma soprattutto ad una chiacchierata con un’ostetrica (ad esempio le nostre ostetriche vicine di casa per avere due dritte in più e più precise sulla faccenda.

Tracy Hogg, nel suo libro, suggerisce di avvolgere i bambini per le prime sei settimane di vita, liberandogli le mani quando cominciano a portarsele con curiosità verso il viso e la bocca.

Verso il terzo mese, quando i piccoletti iniziano a controllare meglio i movimenti del proprio corpo, si potranno mettere da parte le mussoline (da parte, ma sempre nel primo cassetto eh!!). I primi esperimenti motori (la testina che si tira su in posizione prona, i tentativi di girarsi…) vanno infatti sostenuti regalandogli libertà di movimento.

D’altra parte, questo sostegno fisico e psicologico del bambino continua con il contatto, l’abbraccio, la carezza (quanto dormono bene in fascia i nostri bambini?); si fonde nello sguardo accogliente e negli odori e sapori riconoscibili e tranquillizzanti; si prolunga con suoni ovattati che lentamente si trasformano in note, in melodie, quindi in fiabe e canzoncine (ma questa è un’altra storia!).

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